Tecnicamente un farmacista, non avendo facoltà di prescrivere, non potrebbe ottenere nemmeno una confezione di Oki senza prescrizione.
In attesa che la nostra federazione porti avanti la sacrosanta battaglia per l’istituzione della figura del farmacista prescrittore, il medico e l’odontoiatra sono gli unici soggetti attualmente autorizzati dalla legge ad approvvigionarsi di farmaci etici per l’utilizzo nell’uomo. Di conseguenza, qualunque medico può entrare in una qualunque farmacia d’Italia e, mediante la presentazione della sola tessera di iscrizione all’ordine, richiedere un qualunque medicinale disponibile sul territorio. Naturalmente sarà facoltà del farmacista, qualora si tratti di medicinali che richiedono formalità o adempimenti particolari, chiedere al medico di compilare estemporaneamente una ricetta su carta semplice, ma almeno per i medicinali di tabella 4 questo per prassi non viene fatto. Ma che cosa succede se ad aver bisogno di un farmaco etico è un farmacista? Nel caso il collega si trovi nella sua farmacia o nella farmacia dove lavora, la soluzione è semplice: prendere il farmaco, scaricarlo e pagarlo. Diverso è invece il caso in cui il collega si trovi fuori sede. Anche il farmacista possiede una tessera di iscrizione all’ordine ma tecnicamente, non avendo ancora la facoltà di prescrivere, non gli sarebbe permesso ottenere nemmeno una confezione di bustine di Oki senza ricetta. Farmacisti Al Lavoro ha voluto realizzare un sondaggio per capire come si comportano i farmacisti quando ricevono la richiesta di un farmaco etico da parte di un collega sprovvisto di prescrizione medica.
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