Se aprire la partita IVA è una vostra libera scelta, allora è probabilmente la scelta migliore che potreste fare, a patto che non amiate la monotonia e siate disposti ad accettare un certo grado di incertezza.
Ci siamo già occupati in diverse occasioni, su Farmacisti Al Lavoro, dell’attività di farmacista svolta in forma autonoma. Che sia in regime esclusivo oppure in forma mista partita IVA / dipendente, i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi, e l’unico scenario che a mio parere dovrebbe scoraggiare l’apertura della partita IVA è il seguente: siete disoccupati e a proporvi di aprire la partita IVA è stata una farmacia, privata o comunale che sia, oppure una parafarmacia, la quale ha già specificato quanto intenda pagarvi. Mediamente, infatti, la retribuzione proposta in questi casi si aggira attorno ai 14-18 €/ora, quando un dipendente ne costa circa 22 e un libero professionista che opera autonomamente dovrebbe proporre tariffe di, come minimo, 25-30 €/ora. Ma se a decidere di diventare liberi professionisti siete voi, allora questa è probabilmente la scelta migliore che potreste fare, a patto che siate persone che detestano la monotonia di lavorare sempre nello stesso posto e che siate disposti ad accettare un certo grado di incertezza. Ma come si avvia un lavoro in libera professione? In questo approfondimento, Farmacisti Al Lavoro vi svelerà alcuni trucchi.
I migliori clienti dei liberi professionisti sono le farmacie stagionali, le farmacie notturne, le farmacie aperte nei festivi e i corner della GDO.
Innanzitutto, esistono tre possibili scenari: state lavorando part-time, full-time oppure siete disoccupati. Se state ricevendo l’indennità di disoccupazione, sappiate che aprendo la partita IVA potrete richiedere la liquidazione anticipata di tutte le spettanze residue a titolo di incentivo per l’avvio di attività professionale. Ad esempio, se prevedete di ricevere 800 € al mese per i prossimi sei mesi, fanno un totale di 4800 €. Praticamente, per un anno non dovrete preoccuparvi dei contributi ENPAF, che quando si opera da liberi professionisti vanno versati in quota intera. Se state lavorando part-time o siete disoccupati, vi basterà prendere accordi con due o tre clienti prima di andare da un commercialista per aprire la vostra partita IVA. Vi consiglio di iniziare la vostra ricerca presso farmacie stagionali, oppure presso farmacie urbane che effettuano frequenti notturni, che sono aperte ad orario continuato e/o che tengono aperto nei festivi. Infatti, questi esercizi tendono ad avere maggiore necessità di interventi periodici oppure occasionali, che sono la nicchia di pertinenza dei liberi professionisti. Fra l’altro il Decreto Legislativo 81/2015, che vieta alle aziende di assumere più del 20% dei dipendenti con contratti a tempo determinato, rende la figura del libero professionista molto appetibile per le farmacie stagionali, che possono in questo modo bypassare il decreto. Un altro buon cliente dei liberi professionisti sono i corner della GDO nei centri commerciali, che hanno un alto tasso di ricambio del personale (almeno a quanto parrebbe dalla frequenza con cui assumono e dal tipo di contratto che propongono) e si trovano spesso scoperti. Naturalmente, prima di procedere dovrete essere bravi a farvi due conti, considerando le spese fisse con cui avrete a che fare: 4500 € di ENPAF, 700 € di commercialista e 300 € di RC professionale, per un totale di 5500 €/anno. A questi dovrete aggiungere una tassazione dell’11.7% sul fatturato dedotto dei contributi previdenziali. Quanto vi resta quindi in tasca, ogni mese? Vi propongo qui di seguito una tabella che converte il fatturato annuo in netto mensile su dodici mensilità. Inoltre, ipotizzando una tariffa media di 30 €/ora, vengono riportate il numero di settimane da 40 ore necessarie a produrre tale reddito. È molto importante che, prima di avviare la vostra attività autonoma in regime forfettario, abbiate una lista clienti con una stima quanto più accurata possibile del potenziale fatturato.
Prima di partire, è fondamentale farsi bene i conti e realizzare una lista clienti.
Come potete vedere, se riuscite a fare conto sul fatturato massimo ammesso di 30.000 €, vi restano in tasca 1.800 € al mese e altre 27 settimane in cui potrete decidere di fare ferie, oppure di lavorare come dipendenti per qualcun altro per incrementare ulteriormente il reddito. Ecco un possibile esempio di lista clienti:
Un farmacista con questo tipo di lista clienti può contare su un netto mensile di circa 1900 €, maturato lavorando 22 settimane a battenti aperti e altre 10 a battenti chiusi durante la notte. Gli restano 20 settimane di ferie, in cui può decidere come gestire la propria vita. Ai farmacisti più giovani consiglio personalmente di rimettersi a studiare: una seconda laurea, di questi tempi, può essere una scelta saggia.
La strada è più complessa per chi lavora full-time. In questo caso, è preferibile procedere per gradi, iniziando una collaborazione con forme di lavoro accessorio.
Le cose sono un pò più complesse per chi lavora full-time. Infatti, è difficile in questo caso compiere un completo salto nel vuoto, dare le dimissioni e aprire la partita IVA. Senza contare che al farmacista dimissionario non spetta l’indennità di disoccupazione e quindi la liquidazione anticipata per apertura della partita IVA non è dovuta. Il consiglio in questo caso è quello di procedere per gradi. Mentre continuate a lavorare per l’attuale azienda, avviate i contatti con qualche altra farmacia, e magari iniziate a farvi qualche turno di notte. Se avrete lavorato bene, sicuramente arriverà il momento in cui vi verrà chiesto di incrementare il vostro impegno, e sarete pronti a fare il salto. Se ci state pensando ma avete qualche dubbio, scrivete pure a farmacistiallavoro@gmail.com. Buon lavoro a tutti i farmacisti!
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Grazie Paolo,utilissimi i suoi articoli!!Sono una farmacista con 15 anni di esperienza come dipendente,ho deciso di intraprendere questo percorso affascinante e non privo di ostacoli del libera professione!!Grazie per i preziosi consigli!Un saluto Simonafrancesca
Grazie a te e in bocca al lupo per la tua nuova carriera!
Buongiorno collega! Il suo articolo mi ha colpito particolarmente quando si riferisce alla monotonia e alla sudditanza nel lavorare come dipendente collaboratore da quasi 15 anni sotto lo stesso titolare .
Da un po’ di tempo infatti mi sono inoltrato nell’esplorazione di una realtà lavorativa in proprio come la parafarmacia,
anche se devo dire che è un rischio notevole considerato che a breve apriranno, con la legge Monti del 2011 , nuove farmacie in tutta Italia, e circa 100 farmacie solo in Veneto.
Ho letto con molta attenzione il suo articolo e penso che un problema non indifferente è la ricerca valutata dei clienti, quindi la mia domanda è : come ha fatto a conoscere i suoi clienti? Si è presentato con un curriculum in farmacia ,ha pubblicizzato in qualche modo la sua figura da libero professionista? ..immagino questo blog sia comunque un ulteriore modo per mettersi in mostra.
Mi può dare qualche consiglio su come appunto farsi conoscere dai potenziali clienti?
Grazie infinite e buona giornata!
Ciao Francesco, la ricerca di nuovi clienti è probabilmente la parte del lavoro che preferisco. Il miglior biglietto da visita che tu possa avere sono dei clienti soddisfatti, quindi quando vai a presentarti parla delle tue precedenti esperienze e di dove hai lavorato nell’ultimo periodo. Per il resto è importante farsi conoscere nell’ambiente, partecipare ai corsi gratuiti e agli eventi di settore della tua zona. Alcuni ordini professionali hanno una sezione lavoro, quindi è utile anche comunicare all’ordine la tua disponibilità a svolgere sostituzioni con partita Iva.
Salve Paolo. Scusi non ho capito bene un passaggio che mi potrebbe interessare. Sono in disoccupazione, mi mancano sei mesi circa al termine; forse avrei la possibilità di lavorare come consulente in floreali a e mi stavo appunto chiedendo come poterlo fare. Aprendo Piva a questo punto dell’anno dovrei pagare Enpaf 4500 euro e poi anche Inps? Potrei richiedere il saldo della disoccupazione solo in caso di apertura di lavoro libero professionista?
Grazie mille, una collega.
I contributi vanno versati alla cassa dei farmacisti solo se si svolge attività professionale. Se svolgi un’attività diversa devi versare solamente all’Inps . In ambo i casi aprendo la partita Iva durante il periodo di disoccupazione puoi chiedere l’anticipo delle mensilità rimanenti. Dammi casi aprendo la partita Iva durante il periodo di disoccupazione puoi chiedere l’anticipo delle mensilità rimanenti
Inps non lo paghi se sei libero professionista
Buonasera Paolo,
Un farmacista lavora part time dipendente e apre anche P Iva per integrare. Il tetto di fatturato di 30.000 € per avere il regime agevolato è dato dalla somma dei compensi lordi del lavoro dipendente piu’ quello da libero professionista?
Grazie
Vittorio
No, 30.000 per uno e 30.000 per l’altro.
Con il forfettario il tetto iniziale dei 65000 dovrebbe a giorni essere aumentato a 85000 sempre con tassazione al 15%, tranne per chi avvia come nuova attività che inizia pagando solamente il 5% per i primi 5 anniper poi passare al 15%
Volevo sapere se potevo usare la partita iva per fare E-commerce oltre all’utilizzo come libero professionista. Ovviamente vendendo solo ed esclusivamente parafarmaci.
Questo regime di lavoro è applicabile anche in Germania?
Grazie in anticipo.
Cordialmente
Salve l’articolo è molto interessante, avrei una domanda la tariffa oraria va ivata?
Ciao Michele,
La tariffa deve essere IVAta a meno che non si eserciti in regime forfettario o dei minimi, che non applicano IVA.
Caro collega,
anche io ho deciso di intraprendere questa affascinante realtà lavorativa, ma nel caso in cui ci fosse una collaborazione part-time con una farmacia/parafarmacia, in questo caso l’enpafsi pagherà per intero o no?
grazie
Ciao Silvia, se hai partita IVA come farmacista devi ugualmente pagare l’enpaf per intero. In bocca al lupo per la tua attivitá!
buonasera. io mi trovo in un altro caso, ho gia’ p.iva come agente di commercio. (Non so ancora se sarà possibile aggiungere il codice attività).Ma in ogni caso, mi hanno proposto un 30 ore e la titolare ha avuto l’idea (nemmeno lei sa come funziona) di farmi un contratto da libero professionista.
A questo punto dovrei pagare l’Enpaf per intero, l’Inps già la pago come agente di commercio, e c’è quell’11,7% di tassazione (annua?) sul fatturato. E ci siamo.
Poi, non dovendo superare il tetto dei 30mila, presumendo una collaborazione 6 giorni su 7, ovviamente per tutto l’anno, quanto mi dovrebbe dare all’ora?
Grazie
Ciao Nino, ipotizzando una retribuzione di almeno 25€/ora (cifra minima che ti consiglio di accettare) direi che esci sicuramente dal regime dei minimi se collabori per 30/ore a settimana per tutto l’anno.
Gentile Dottore buonasera. Vorrei un chiarimento sul reddito e sulla tassazione. Mi pare di aver capito che in regime ordinario circa la metà del mio compenso va “speso” in tasse e contributi previdenziali. Ammettendo che io volessi guadagnare 30.000 € netti all’anno, dovrei fatturarne ca. 60.000 €. Se io percepissi una tariffa di € 30 l’ora, lavorando 40 ore a settimana percepirei 1200,00 €/settimana. Ciò implica che io debba lavorare 50 settimane all’anno per guadagnare i 30.000 € all’anno. La mia interpretazione è corretta?
La ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrà fornirmi.
Cordiali saluti,
Filippo Polito
Ciao Filippo,
In realtà la previsione è un po’ più ottimistica, perché (senza contare tutte le detrazioni e deduzioni) con un reddito di 60.000 ti restano a spanne circa 36.000 €. Quindi diciamo che ti bastano 46 settimane.
Buongiorno Paolo, ho fatto un salto all’ispettorato del lavoro per avere chiarimenti in merito al lavoro di farmacista autonomo con partita iva. Mi hanno precisati che:
1 non esiste un codice ateo per questa figura
2 attualmente il farmacista può solo essere titolare o dipendente
3 in caso di controllo si apre automaticamente una vertenza.
Ti risulta?
Grazie
Non mi risulta, ti hanno detto un sacco di cazzate. Scusa il termine colorito ma non trovo altro modo per definirle. Vero che non c’è un codice ATECO specifico, ma l’Enpaf ha dato indicazioni in merito. Per approfondire: https://www.farmacistiallavoro.it/2017/11/20/libera-professione-farmacia-vietata-legge-nemmeno-sogno/
Buongiorno Paolo, La farmacia dove lavoro come direttore diventa da SNC a SRL e il mio titolare mi ha consigliato di aprire la P.iva mantenendo sempre la mia posizione di direttore. E’ compatibile e fattibile il binomio Direzione-lavoro autonomo? Ti risulta?
Grazie per l’attenzione.
Ciao Marco, è una bellissima domanda su un argomento che non ho mai approfondito. Non vedo grosse incompatibilità ma non ci metterei la mano sul fuoco.
sai quale ente o chi potrebbe rispondermi con certezza assoluta in merito.
Grazie mille
Girerei la domanda all’Ordine dei Farmacisti della tua provincia.
Buongiorno,
Sono residente in Svizzera e sono stata chiamata per delle sostituzioni in Italia dove tutto diventa difficile.
Comunque mi hanno consigliato di aprire la P.IVA all’Agenzia Entrate e vorrei capire quanto devo lavorare come minimo per arrivare ad un guadagno vero dal momento che dovrò pagare ENPAf per intero.
Premetto che godo di una pensione italiana di circa 800 euro.
L’anno prossimo dovrò fare la dichiarazione dei redditi per questo compenso?
Oltre all’Enpaf cosa dovrò pagare?
La ringrazio e invio cordiali saluti
Ciao Gianna, ti consiglio di leggerti tutti gli articoli del blog con il tag “libera professione”, dove troverai la risposta a tutte queste domande. In bocca al lupo!
Ciao Paolo,
mi piacerebbe lavorare come farmacista part time e avviare un ecommerce.
Posso usare la stessa partita iva? altrimenti devo aprirne un’altra e pagare anche inps?
Ciao, ottima domanda che però ti conviene girare al tuo commercialista. Mi dispiace di non saperti rispondere, esula dalle mie competenze.
Buongiorno,l’articolo e’ chiarissimo ed esaustivo . Dopo 26 anni vorrei tentare anch’io perché ormai un contratto definitivo non lo avrò più .
L’unica domanda riguarda un’eventuale futura pensione ( se ci arrivo !) . I contributi versati fino ad ora come dipendente andranno sommati a quelli versati come lavoratore autonomo?
Grazie mille
Biongiorno,sono farmacista dipendente da 11 anni, ad oggi ho un contratto indeterminato di 36 ore settimanali con stipendio netto di 1800euro (con 14 memsilità). Volendo tentare la strada della P.IVA, quanto dovrei lavorare e a che cifra per mantenere un netto mensile quantomeno uguale all’attuale?
Ringrazio, Chiara.
Buongiorno, sono una farmacista neoassunta a tempo indeterminato per 40 ore settimanali. Mi è stato proposto un ruolo da collaboratrice con partita IVA a 21€/ora sempre per
40 ore a settimana. Quanto potrei guadagnare al netto mensilmente? È vantaggioso a suo parere passare da dipendente indeterminato a partita IVA?
Ottimo articolo, lo trovo molto interessante!
Vorrei fare una domanda anche io: sono attualmente impiegato come collaboratore di primo livello (2 anni di servizio superati) a tempo indeterminato. Per una serie di situazioni si potrebbe aprire la possibilità di collaborare con una seconda farmacia, in questo caso potrebbe essere come P.IVA.
Quante ore dovrei lavorare da dipendente e quante ore come P.IVA in una settimana per avere un reddito annuo effettivamente maggiore dell’attuale? potrei fare 5 ore a settimana come P.IVA o c’è una soglia minima, come credo, che mi permetta di ammortizzare i costi e guadagnare effettivamente di più di adesso?
Altra domanda: sono un incaricato per le vendite a domicilio e quindi probabilmente dovrò dichiarare anche quei proventi tramite p.IVA. cambia qualcosa?
PS sarebbe bello aggiornare lo schemino delle retribuzioni considerando i cambiamenti introdotti dalla nuova legge di bilancio. Grazie per l’attenzione, attendo un parere!
Salve grazie per la consulenza.
Ma in fattura come viene descritta l attività svolte di farmacista.
Le attività di consulenza o di formazione e di compensazione del farmaco per non a ere problemi con agenzia entrate?
Buongiorno,
articolo è esauriente ma mi sorge un dubbio.
La prestazione svolta dal farmacista professionista è soggetta ad IVA o rientra tra le prestazioni esenti sanitarie??
Grazie per la risposta
Buongiorno, ho la possibilita’ di lavorare in due farmacie in una 20 ore nell altra 30, ll consulente dice che massimo potrei farne 40 totali! e’ vero? nel caso esiste il modo x ovviare senza aprire partita iva?perche’ aprendo partita iva sono costretto a versare per intero l empaf?
Volevo fare la stessa domanda anch’io.
Io volevo sapere se in una farmacia ho un contratto a 20 ore e nell’altra lavoro a partita iva, pago l’empaf come quota ridotta per il contratto o pago comunque il massimo perché a partita iva?
l’empaf va pagata in forma ridotta solo in alcuni casi, e il farmacista lavoratore purtroppo non rientra.
L’INPS potrebbe obiettare la prestazione con partita iva perché l’azienda non paghi i contributi ed aver meno costi e maggiore convenienza economica.
C’è un limite di ore presso la stessa azienda affinchè questo non avvenga?
Buongiorno, volevo un chiarimento
Mi è stato offerto lavoro come dipendente ma ho una mia partita iva, la devo chiudere necessariamente per non pagare l’enpaf per intero? O visto che esula dal mio mio lavoro come farmacista posso cmq tenerla aperta?
Attendo risposta.
Grazie
L’ostacolo più grande e vergognoso è l’Enpaf a quota intera
Buongiorno.
Io ho un contratto part time di 30 ore, e sono intenzionata a fare alcune ore in regime di libera professione.
In data 10 gennaio 2022 ho scritto ad enpaf per avere chiarimenti sulla riduzione per il contributo.
Mi è stato risposto che se l attività professionale perdura da più di 6 mesi ed un giorno, e in concomitanza si apre partita iva, si può mantenere la riduzione.
Ora però mi vengono dubbi leggendo i vostri messaggi. Temo che abbiano inteso che, per quel preciso anno in cui passo da lavoro dipendente a partita iva, se ho lavorato come dipendente per almeno 6 mes,i posso pagare con riduzione.
Qualcuno mi sa dire come stanno esattamente le cose?
Grazie!!
Ciao Francesca,
dovresti inviare il tuo quesito qui: https://espertorisponde.farmaciavirtuale.it/. Verifica prima che la domanda sia stata già risposta: https://espertorisponde.farmaciavirtuale.it/domande/, altrimenti segui la procedura per inviare.
Ciao a presto
grazie mille!
infatti la domanda era già stata posta, e dice proprio che se il lavoro dipendente dura per più di sei mesi ed un giorno durante un anno , l’ apertura di partita iva non toglie il diritto alla riduzione.
cordali saluti
Francesca
Io sono un farmacista , che purtroppo nel 2018 , la mia farmacie è fallita . Venduta all asta . Ora mi hanno chiesto una collaborazione in una farmacia part _ time solo il Sabato . Mi è stato chiesto di aprire una partita iva in regime forfettario . Vi chiedo posso essendo fallito come ditta individuale di Farmacia nel 2018 ? Grazie mille . Attendo Vostra risposta .
Buongiorno Paolo, avrei una domanda che potrebbe aiutarmi nella scelta che Andrei a fare. Sono un tecnico di laboratorio di farmacia (no farmacista)inquadrato come addetto di laboratorio di quarto livello farmacie private,full time 40 ore settimanali mi e stato proposto di lavorare in un’altra farmacia sempre come tecnico di laboratorio durante il weekend.
Volendo mantenere il lavoro da dipendente della prima farmacia e aprire la partita iva per la seconda dove lavorerei durante il weekend devo comunque pagare i contributi inps o esiste l’esclusione dal pagamento della cassa inps sulla partita iva o qualche agevolazione a riguardo?
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
Dimitrios
Ciao Dimistrios,
prova a cercare la risposta al tuo quesito qui, in quanto dovrebbe già esserci qualcosa in tal senso: https://espertorisponde.farmaciavirtuale.it/domande/.
Se non trovi la risposta, puoi registrare e inviare la tua domanda.
Saluti
Redazione FarmacistiAlLavoro.it