Il Centro nazionale per la ricerca e la valutazione pre-clinica e clinica dei farmaci di Roma ha reso noti i risultati della relazione semestrale – per il periodo che va da gennaio a giugno del 2019 – sulle “Segnalazioni di sospette reazioni avverse a preparazioni magistrali di cannabis per uso medico”. «Dal 1 gennaio al 30 giugno 2019 – ha spiegato l’organismo – sono pervenute al sistema di fitosorveglianza 20 segnalazioni di sospette reazioni avverse associate a uso medico di cannabis, di cui 8 provenienti dalla Toscana e 7 dalla Liguria». Per quanto riguarda l’età mediana dei pazienti, essa è stata indicata in 60 anni (range: 31-89). Mentre in termini di genere, è stato evidenziato che la maggior parte delle segnalazioni ha riguardato le donne: pari al 70% del totale.
Il centro di valutazione ha inoltre specificato per quali ragioni tali pazienti assumevano cannabis per uso medico: «Il motivo d’uso prevalente era il dolore cronico. In 13 casi (65%) era indicato l’uso concomitante di farmaci». Soltanto in un caso, tuttavia, si è reso necessario un ricovero ospedaliero. «Tutte le segnalazioni – prosegue il documento relativo al primo semestre dell’anno in corso – sono state valutate secondo le modalità del sistema di fitosorveglianza. In 15 segnalazioni (75%) il nesso di causalità è risultato probabile».
Il commento che è stato in ogni caso aggiunto ai dati appare rassicurante: «Si fa presente – spiega l’organismo di vigilanza – che dall’analisi delle reazioni avverse non sono emersi segnali da approfondire. In alcuni casi è stato richiesto il follow-up dei pazienti, che ha confermato quanto sopra detto. Non è stato ritenuto necessario analizzare i prodotti assunti dai pazienti». Inoltre, è stato specificato che «come considerazione generale, va sottolineato che i dati commentati e descritti sono tratti da segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse che per loro natura sono in grado di descrivere solo in modo sintetico le osservazioni relative a un evento».
© Riproduzione riservata