L’intelligenza artificiale (Ia) è tra le innovazioni più importanti nel settore sanitario, con potenziali applicazioni anche nelle farmacie di comunità. Secondo un Position paper pubblicato dal Pgeu, con l’Ia si possono ottimizzare i processi logistici, migliorare la gestione delle scorte e supportare i farmacisti nell’erogazione di servizi clinici più personalizzati. Tuttavia, l’adozione di tali tecnologie deve avvenire in modo responsabile, garantendo sempre il ruolo centrale del professionista sanitario.
Potenzialità dell’Ia nel supporto alla professione
L’Ia può ridurre il carico amministrativo dei farmacisti con l’automazione di attività ripetitive, si veda la gestione dell’inventario o la documentazione clinica. Soluzioni basate su algoritmi predittivi permettono di anticipare carenze di farmaci, ottimizzando gli approvvigionamenti e riducendo gli sprechi. Strumenti di analisi dati avanzati possono migliorare la sicurezza del paziente, identificando potenziali interazioni farmacologiche o effetti avversi. L’implementazione di chatbot e piattaforme di comunicazione digitale facilita l’interazione con i pazienti, pur mantenendo indispensabile il confronto diretto con il farmacista.
Etica e necessità di un approccio regolatorio
Nonostante i benefici, l’adozione dell’Ia solleva preoccupazioni legate alla privacy dei dati, alla trasparenza degli algoritmi e alla formazione degli operatori. La compliance con il Gdpr e il nuovo Regolamento europeo sull’Ia è fondamentale per garantire la sicurezza delle informazioni sensibili. Inoltre, la mancanza di interoperabilità tra sistemi e i costi iniziali sono ostacoli, soprattutto per le farmacie di piccole dimensioni. Per una transizione efficace, Pgeu raccomanda l’aggiornamento dei curricula universitari e programmi di formazione continua, affinché i farmacisti possano utilizzare tali tecnologie in modo consapevole e sicuro.
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