Nel 2024 il mercato farmaceutico europeo ha mostrato un rallentamento della crescita rispetto al biennio precedente, con andamenti eterogenei tra i vari Paesi. Il rapporto “Numeri e indici dell’automedicazione” realizzato dal Centro Studi Assosalute analizza i dati del settore in 17 Paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera. Nel contesto di riferimento, si evidenzia il progressivo invecchiamento della popolazione, elemento critico per la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo termine. La spesa sanitaria pubblica costituisce in media l’80,9% della spesa sanitaria totale, contro l’81,5% del 2021, attestandosi all’8,5% del Pil.
Mercato dei farmaci Sop vale oltre 16 miliardi di euro
L’analisi del mercato farmaceutico si concentra in particolare sul comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop). Nel 2024 il settore vale complessivamente oltre 16 miliardi di euro nei Paesi considerati. Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Italia e Polonia rappresentano insieme il 75,4% del mercato europeo dei farmaci Sop. Tuttavia, il mercato italiano risulta sottodimensionato rispetto ai principali partner europei, soprattutto Germania e Francia, sia in rapporto al Pil che in termini di spesa pro-capite. Nel 2024 la spesa per farmaci Sop è cresciuta del 6% in Europa, un ritmo meno sostenuto rispetto al biennio precedente grazie alla normalizzazione del quadro epidemiologico.
Come evolverà il mercato nel 2025?
Per il 2025 si prevede un ulteriore rallentamento della crescita della spesa per farmaci senza ricetta, con aumenti molto variabili tra i diversi Stati. L’evoluzione del mercato sarà condizionata principalmente dall’incertezza del contesto economico internazionale, caratterizzato da tensioni geopolitiche e politiche commerciali restrittive. Un ruolo importante sarà dato anche dalle differenze a livello regolatorio tra i vari Paesi, dalle previsioni sul Pil reale e dal diverso impatto dei dazi sull’inflazione nei singoli Stati. Si rimanda al report integrale nella sezione “Documenti allegati”.
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