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Farmaco senza farmacista: lettera aperta al presidente FOFI

In questa lettera aperta, Farmacisti Al Lavoro scrive al presidente Mandelli per chiedergli di prendere posizione contro la proposta di abolire l'obbligatorietà del farmacista nella vendita dell'OTC, alla luce dei risultati del sondaggio che visto l'89% dei colleghi contrari.

Farmacisti al Lavoro

Egregio Presidente Mandelli,
Le scrivo questa lettera aperta per chiederle di rompere ufficialmente il suo assordante silenzio, come rappresentante della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, riguardo alla proposta avanzata dalla presidente di Federfarma, Annarosa Racca, di abolire l’obbligatorietà della presenza del farmacista nella vendita dei farmaci da banco.

Il sito di cui sono redattore, farmacistiallavoro.it, ha condotto un sondaggio fra i colleghi subito dopo le disarmanti dichiarazioni della rappresentante dei titolari di farmacia. Al sondaggio hanno risposto oltre 250 farmacisti, e ben l’89% di essi- fra cui molti titolari- ha dichiarato la sua completa contrarietà alla proposta. Non serve che le spieghi quanto l’assistenza di un farmacista all’atto dell’acquisto di un farmaco sia una garanzia per la salute del cittadino: almeno su questo, spero che saremo d’accordo. La invito però a riflettere su un altro aspetto, quello lavorativo. Lei ha dichiarato recentemente di non credere che dalla crescita delle parafarmacie deriverà “un miglioramento significativo della situazione occupazionale“. Non ho motivo per contestare questa sua opinione, tuttavia posso ragionevolmente ritenere che l’abolizione dell’obbligatorietà del farmacista comporterebbe, in tempi molto rapidi, un ulteriore aggravio della disoccupazione nella categoria, in quanto la GDO non si farebbe alcuno scrupolo a licenziare i molti farmacisti impiegati nei suoi corner, e la cui presenza è garantita unicamente dall’obbligo previsto dal DL 248/2006. Questi nuovi disoccupati si aggiungerebbero agli oltre settemila attualmente in cerca di lavoro, e che lei ha stimato potrebbero diventare sessantamila nei prossimi vent’anni, se non si interverrà con l’accesso programmato nelle facoltà di farmacia- proposta che peraltro mi trova completamente d’accordo.

Non mi interessa, in questa lettera aperta, discutere le ragioni che hanno portato Annarosa Racca a fare la sua proposta. Il mio unico interesse, oggi, è quello di difendere il futuro della mia professione. Proprio per questo, le chiedo di dare voce alla mia opinione, che è anche e soprattutto opinione della larga maggioranza dei farmacisti che lei rappresenta, prendendo una posizione netta contro questa proposta incosciente.

Cordialmente,
Dott. Paolo Cabas e altri 236 farmacisti

1 commento

  1. Racca, mi auguro che tuo figlio ereditiero, sia nella necessità di aprire una parafarmacia, sempre che la sappia gestire.

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