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Abusivismo in farmacia: come comportarsi se si assiste al reato?

Nonostante l'abusivismo professionale sia un problema diffuso, molti colleghi ritengono che ci siano pochi controlli. Come mai? E soprattutto, che cosa fare se si assiste al reato di abuso di professione?

Abusivismo in farmacia: come comportarsi se si assiste al reato?

Farmacisti al Lavoro

Assumere un commesso non è solo un rischio per la salute pubblica, ma anche un danno per i titolari onesti e i collaboratori senza lavoro.

Nel precedente approfondimento ci siamo occupati dell’annoso problema dell’abusivismo professionale in farmacia. Assumere un commesso e fargli fare il lavoro di un farmacista non costituisce solo un reato penale e un grave rischio per salute pubblica, ma rovina anche il già fragile mercato del lavoro dei farmacisti e danneggia i titolari onesti, che non tagliano illegalmente sui costi. Dopo la pubblicazione, in molti fra collaboratori e titolari ci hanno scritto per chiederci come mai non si facciano abbastanza controlli e che cosa si possa fare per risolvere questo problema. Partiamo quindi dalla domanda più importante: chi deve fare i contolli? E quindi: che cosa potete fare voi farmacisti se come colleghi o come clienti assistete al reato di abuso di professione?

Non esistono controlli preventivi: si procede sempre dopo una segnalazone.

Naturalmente, le violazioni della legge vengono verbalizzate dalle forze dell’ordine e giudicate dai tribunali, mentre le violazioni del codice deontologico possono essere verbalizzate e vengono giudicate dagli Ordini provinciali. È difficile che i carabinieri o la Guardia di Finanza procedano a controlli preventivi, ma hanno l’obbligo di verificare se ricevono la notizia di reato. Molti farmacisti hanno paura di denunciare le situazioni di abuso a cui hanno assistito per paura del licenziamento o di ritorsioni. È chiaro che la paura è legittima ma affinché le forze dell’ordine procedano ad un controllo è sufficiente una delazione, ovvero- semplificando il termine giuridico- una segnalazione (anche anonima) che non richiede la denuncia ufficiale, e che per questo può essere attuata anche dal personale dipendente dell’azienda che reitera il reato. Per quanto riguarda gli Ordini, la legge 175/92, all’articolo 8, recita che “gli ordini e i collegi professionali, ove costituiti, hanno facoltà di promuovere ispezioni presso gli studi professionali degli iscritti ai rispettivi albi provinciali, al fine di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti alle rispettive professioni”. Come si può vedere, questa legge consente  agli ordini di controllare ma anche in questo caso non impone controlli preventivi, e quindi questi fanno seguito ad eventuali segnalazioni.

Difficile che a segnalare ci pensi il cittadino, poco sensibile al tema. Questo problema va risolto dai farmacisti.

Abbiamo compreso come affinché il reato di abuso di professione venga contestato è necessario partire da una segnalazione alle forze dell’ordine e/o all’Ordine professionale. Ma chi deve fare queste segnalazioni?  Difficile che ci pensi il comune cittadino, poco sensibilizzato sul tema e che spesso fa fatica a distinguere i farmacisti dai magazzinieri: per tale ragione, la risorsa più preziosa per sconfiggere questa piaga potrebbe essere la segnalazione da parte del farmacista che si trovi occasionalmente in una farmacia diversa dalla propria, e che provveda alla segnalazione magari dopo aver documentato l’accaduto con il proprio telefonino. Ma come si comporterebbero i farmacisti italiani, in questo contesto?

Cosa fareste se, in un'altra farmacia, vi capitasse di assistere al reato di abuso di professione? (È possibile selezionare più di un'opzione)

  • Provvederei a denunciare o segnalare l'accaduto alle forze dell'ordine. (35%, 23 Votes)
  • Documenterei l'accaduto con il telefonino. (23%, 15 Votes)
  • Farei un esposto all'ordine professionale. (23%, 15 Votes)
  • Niente, lascerei perdere. (14%, 9 Votes)
  • Proverei a far ragionare il titolare, parlando con lui. (6%, 4 Votes)

Total Voters: 47

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L’abbiamo chiesto in un sondaggio che ha coinvolto 47 colleghi. Di questi 23, ovvero la metà, dichiarano che in una situazione del genere segnalerebbero o denuncerebbero il reo, e 15 farebbero un esposto all’ordine e/o documenterebbero l’accaduto con il telefonino. Solo 9 lascerebbero perdere, mentre in 4 cercherebbero di far ragionare il titolare della farmacia, per convincerlo ad operare nella legalità.

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17 Commenti

    • Ciao Stefania, puoi procedere o mediante segnalazione all’ordine competente oppure tramite una denuncia alle forze dell’ordine. Naturalmente, prima di procedere ti consigliamo di verificare che non si fosse trattato, nell’episodio a cui hai assistito, di un fenomeno occasionale che poteva offrire una diversa interpretazione.

    • In piccole farmacie del Cilento a conduzione familiare…quasi da salumeria….assistiamo ripetutamente a certe cose che non sappiamo più cosa è legale o illegale…!!! Per esempio….la commessa della farmacia può vendere psicofarmaci di una certa importanza senza ricetta medica?
      Scattare fotografie ai clienti
      in farmacia eppoi diffonderle e ‘ o non è una violazione di privacy??
      Vendere pillole sfuse di Viagra ..è possibile?? Una farmacia gestita tutti i giorni da anni da una commessa senza la presenza costante del dott. farmacista è normale??? Mi sembra di vivere nel terzo mondo!! In tutto questo mi chiedevo….ma chi sono gli addetti ai controlli….dove stanno?? In 40 anni mai un serio controllo …qui parliamo della salute dei cittadini!!! Dimenticavo…siamo in Italia…..le mazzette …la corruzione..!!

  1. Buonasera!se in assenza del farmacista la titolare ( non farmacista ) dispensa il farmaco ma fa battere lo scontrino ad una commessa su chi ricade l’eventuale responsabilità?

    • Ciao Manuela, la responsabilità è indubbiamente di chi dispensa il farmaco senza averne i requisiti, punibile per esercizio abusivo di professione. È un fatto molto grave.

      • Scusatemi volevo sapere : nel caso di società tra due persone tra cui una farmacista con quote del 60 % ed una non farmacista al 40 ( purtroppo dopo la legge del 2017 e’ possibile una società del genere con titolari non farmacisti) se la socia non laureata dovesse esercitare abuso di professione e dare farmaci o consigli ( quando la socia di maggioranza farmacista non è presente e a sua insaputa) su chi cadrebbe la responsabilità del reato ? Considerando che la socia farmacista è una persona che ha sempre agito nella massima professionalità potrebbe subire le conseguenze di un comportamento del genere? E la farmacia che è in società che fine farebbe?
        Non ditemi che sarebbe più facile non stipulare una società del genere , è una situazione in cui mi potrei trovare non per mia scelta .
        Grazie

        • Ciao A. non capisco perché dici che non è una tua scelta…. non sei obbligata …. se non sei d’accordo non lo devi fare

          • Vincenzo anzitutto grazie per avermi risposto , beh è lunga da spiegare …
            In sintesi sono una farmacista e lavoro nella farmacia di famiglia e un domani la farmacia dovrebbe restare a me ma ho una sorella non laureata che non ha voluto studiare farmacia e non ha mai voluto saperne della farmacia ma che grazie alle nuove leggi ( 2017) potrebbe entrare in società con me e lavorare in farmacia anche al banco prendendo ricette , dispensando consigli ecc .( ha già assunto in passato questi comportamenti)
            Io ovviamente non ci sto!!!!

    • Infatti…. tra l’altro leggevo l’altro giorno che farmacia è una delle facoltà più difficili … ma perché ci devono umiliare così? È come se si andasse a fare i medici o gli avvocati senza la laurea!!!!

  2. Una farmacia della mia città ha tenuto un comportamento alquanto scorretto: mio figlio di 3 anni si trovava con la nonna e ad un certo punto gli è iniziato a sanguinare il naso. Il fatto è successo davanti ad una farmacia non dentro, la farmacista è uscita dal negozio intervenendo ma dando consigli errati, cioè di stendere il bambino in posizione supina. Ma quello che più ha lasciato attonita mia madre è che voleva entrare per prendere un prodotto e fermare l’emorragia, Ma la farmacista ha impedito l’accesso al negozio altrimenti le avrebbe sporcato il pavimento di sangue. È un comportamento deolontogicamente corretto? Si può comportarsi in questa maniera? Si può fare una segnalazione a qualche ente o ordine?

  3. Mi è capitato di assistere alla vendita di farmaci veterinari vendibili solo in presenza di ricetta in triplice copia senza però nessuna ricetta
    In questo caso però le colpe sono anche delle Asp competenti che non fa dei controlli periodici in quanto basterebbe prendersi dei tabulati dei farmaci che i vari depositi vendono e controllare se la farmacia che li ha ricevuti a ottemperato agli oblighi di legge che ricordiamo in questo caso prevede che una copia della ricetta rimanga in farmacia e l’altra venga spedita all’ASP
    Questo è un comportamento gravissimo

  4. se un collaboratore farmacista assiste nella sua farmacia a situazioni di abusivismo può essere icolopato di mancata osservanza della legge? se non è presente il titolare la responsabilità per il magazziniere che dispensa il farmacoricade sul farmacista collaboratore presente?

  5. Buongirno, vorrei sapere se l’oss può preparare e somministrare le terapie in una Css per disabili senza aver accanto un infermiere.
    Grazie.

  6. Buonasera… Vorrei sapere se tra le mansioni del farmacista c’è anche quella di fare le pulizie(togliere la polvere, spazzare e lavare i pavimenti). Ovviamente e purtroppo non è uno scherzo.

  7. Vorrei segnalare che il farmacista del mio paese vende farmaci con obbligo di ricetta, senza ricetta. Da antibiotico alle benzodiazepine. Inoltre, violando ogni buon senso e regola deontologica, suole spifferare per il paese quali farmaci assume una persona, e consiglia a terzi di mandare dallo psichiatra quella persona

  8. Buonasera vorrei avere gentilmente delle delucidazioni.
    1) La scansione dei medicinali prima di essere riposti negli appositi cassetti è un ruolo che dev’essere svolto esclusivamente dal farmacista oppure lo può svolgere anche chi non detiene la laurea in farmacia?
    2) Se lo studio medico comunica internamente con la farmacia anche se le porte d’ingresso sono separate ma ad ogni modo il palazzo è unico e quindi si può internamente scendere dallo studio medico alla farmacia è legale?
    Grazie in anticipo per le risposte.

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