Il presidente della Fofi Andrea Mandelli, in qualità di deputato di Forza Italia, ha presentato alla Camera una proposta di legge in materia di “Disposizioni relative alla corresponsione di borse di studio ai farmacisti ammessi alle scuole di specializzazione di area sanitaria”. Si tratta della proposta di legge C. 1381, depositata il 19 novembre 2018 assieme ai parlamentari Galeazzo Bignami e Stefano Mugnai.
L’obiettivo dell’iniziativa è di «definire e regolamentare lo status contrattuale ed economico dei laureati in farmacia che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria (disciplinate dal decreto del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 1 agosto 2005, e successive modificazioni) equiparandolo a quello dei laureati in medicina».
Nella presentazione degli otto articoli della proposta di legge, Mandelli ricorda che «l’accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria, alla luce della normativa vigente, avviene esclusivamente tramite concorso pubblico, sia per i laureati in medicina, che per gli altri laureati afferenti alle differenti classi di specializzazione sanitaria. La normativa da ultimo in vigore ha previsto l’applicazione di un ordinamento didattico unico, valido sia per i laureati in medicina, che per gli altri laureati di area sanitaria, e regolato l’ordinamento di tutte le scuole di specializzazione di area sanitaria in modo tendenzialmente omogeneo in termini di impegno didattico, durata dei corsi e tirocini pratici. Poiché la preparazione professionale per tutti gli specializzandi farmacisti dell’area sanitaria presuppone un percorso formativo di elevato livello, agli stessi non può non corrispondere un trattamento economico-normativo analogo a quello riservato ai medici».
Ne consegue che, ad oggi, «i farmacisti, sebbene anch’essi vincitori di concorso, non godono della medesima posizione contrattuale, né di alcun trattamento economico. Per di più, i laureati non medici sono comunque tenuti a pagare la copertura assicurativa per i rischi professionali e le tasse universitarie di iscrizione alla scuola di specializzazione».
Tutto ciò, secondo il presidente della Fofi, «rischia di compromettere il diritto di scelta della propria formazione professionale». Pertanto, la proposta di legge «ha quale precipua finalità quella di superare definitivamente la diversità di trattamento esistente tra gli specializzandi farmacisti e gli specializzandi medici».
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Spero che la proposta venga accolta. I laureati in farmacia, a fronte di studi più che equiparabili a qualsiasi altro corso universitario e di specializzazione, sono i più penalizzati sia per il trattamento economico che contrattuale in generale. Una disparità immotivata e indecorosa.
Sarebbe anche ora che questa proposta venga finalmente accolta. Personalmente non ho mai intrapreso questo percorso proprio perché non mi sarei potuta permettere di farlo per un problema meramente economico e non riesco a capire perché noi farmacisti dobbiamo essere sempre così penalizzati, per non parlare della condizione del farmacista non titolare.