Il settimo Rapporto annuale sulla Farmacia, elaborato da Cittadinanzattiva e Federfarma – con il contributo non condizionato di Teva –, è stato presentato a Roma il 26 gennaio 2025. L’indagine, condotta su 1.600 farmacie e 1.200 cittadini tra settembre e dicembre 2024, ha messo in luce la trasformazione delle farmacie in presidi sanitari polifunzionali, specialmente nelle aree interne del Paese.
Servizi e aree rurali: contrasto alla dispersione sanitaria
L’analisi ha rilevato che oltre il 70% delle farmacie partecipa alla sperimentazione della Farmacia dei servizi, con un incremento consistente nell’offerta di telemonitoraggio della pressione arteriosa (dal 10% al 70%) e telecardiologia (dal 28% al 76,5%). Il servizio Cup è attivo nel 79,1% delle strutture, mentre rimangono limitati i programmi di aderenza terapeutica (28,3%) e il supporto all’Assistenza domiciliare integrata (6,5%). Nelle zone rurali, l’80,1% delle farmacie sussidiate opera in comuni sotto i 3mila abitanti, diventando punti di riferimento in contesti con accesso ridotto a strutture sanitarie: il 92,7% di esse ha un ambulatorio di medicina generale entro 10 km, contro il 96,5% delle rurali non sussidiate.
Farmaci equivalenti e criticità distributive
Il 48,7% dei cittadini utilizza farmaci equivalenti in modo abituale, mentre il 6,7% li rifiuta, con picchi nel Sud (17,6% in Abruzzo). Le motivazioni del rifiuto includono dubbi su efficacia (57,9%) e differenze negli eccipienti (15,8%). La fiducia nel farmacista influisce positivamente sul 48,8% degli utenti. Parallelamente, il 98,9% dei farmacisti segnala carenze durature di farmaci, in particolare per patologie croniche (94,1%) e antibiotici (50,4%). Il 79,8% delle farmacie gestisce già la redistribuzione di farmaci riclassificati dalla fascia A-Pht, affrontando sfide logistiche e burocratiche.
© Riproduzione riservata