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Gestione ipertensione in farmacia, studio sul controllo dell’efficacia

Uno studio statunitense dimostra che il modello Cardiovascular practice transformation migliora il controllo pressorio, riducendo valori sistolici e diastolici.

Gestione ipertensione in farmacia, studio sul controllo dell’efficacia

Farmacisti al Lavoro

La gestione dell’ipertensione è una sfida cruciale anche per le farmacie di comunità, che sempre più spesso assumono un ruolo attivo nel monitoraggio dei pazienti. Uno studio pubblicato su Exploratory research in clinical and social pharmacy ha valutato l’impatto del programma Cardiovascular practice transformation (Cpt), implementato in 23 farmacie dell’Iowa. La ricerca, condotta da William R. Doucette, Eilan Alhersh, Lindsey Ludwig e Stevie Veach, ha coinvolto 232 pazienti ipertesi, monitorati per sei mesi con misurazioni regolari della pressione arteriosa, valutazioni dell’aderenza terapeutica e interventi su problemi legati ai farmaci. I dati sono stati raccolti attraverso un’applicazione digitale (Jotform), utilizzata dai farmacisti per registrare parametri clinici e demografici. Al termine del periodo di osservazione, un sondaggio Qualtrics ha permesso di identificare ostacoli e fattori abilitanti nell’applicazione del programma.

Risultati clinici e fattori critici di successo

I risultati hanno evidenziato un miglioramento nei valori pressori. Nei 138 pazienti con dati completi, la pressione sistolica è diminuita da 144.2 a 133.6 Mmhg, mentre quella diastolica è passata da 84.4 a 78.3 Mmhg, con una significatività statistica (p < 0.01). Tra i fattori che hanno favorito il successo del programma sono emersi il peer coaching tra farmacisti e l’accesso a risorse dedicate. Al contrario, le principali difficoltà hanno riguardato la documentazione clinica e i vincoli di tempo del personale. L’analisi ha mostrato come un approccio strutturato, supportato da strumenti digitali, possa ottimizzare la gestione dell’ipertensione in farmacia. Tuttavia, la sostenibilità del modello dipende dalla capacità di superare limiti organizzativi, come la burocrazia e la carenza di risorse umane.

Implicazioni per la farmacia comunitaria

Lo studio conferma il potenziale delle farmacie come punti chiave per il controllo delle patologie croniche, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e delle società scientifiche internazionali. Il programma Cpt, pur sviluppato in un contesto statunitense, offre spunti replicabili in altri Paesi, a patto di adattarne l’implementazione ai sistemi sanitari locali. Ulteriori ricerche potrebbero esplorare l’integrazione di tali modelli con piattaforme di telemedicina o protocolli di collaborazione multidisciplinare. Intanto, i risultati incoraggiano i farmacisti a investire in formazione e tecnologie per rafforzare il proprio ruolo nella prevenzione cardiovascolare.

Fonte: Doucette Wr, et al. Explor Res Clin Soc Pharm. 2024,17:100559. doi:10.1016j.rcsop.2024.100559.

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