Uno studio condotto da Sachin Pradhan e Lakhan Lal Kashyap del dipartimento di Farmacia della Kalinga University, e pubblicato sull’Asian pacific journal of cancer prevention, ha esaminato l’impatto degli interventi del farmacista clinico nella gestione delle Drug-related problems (Drps) in pazienti oncologici con dolore. La ricerca, di natura randomizzata e controllata, si è concentrata sugli outcomes clinici e sulle variazioni dei costi della terapia farmacologica. Le Drps, definite come eventi o circostanze legate alla farmacoterapia che interferiscono con i risultati terapeutici attesi, sono un ostacolo di non poco conto per i pazienti, in particolare in ambito oncologico dove la politerapia è frequente. Lo studio ha coinvolto 180 pazienti ricoverati, suddivisi in un gruppo di intervento e in uno di controllo.
Metodologia e implementazione del servizio farmaceutico clinico
Il modello di intervento prevedeva l’integrazione di farmacisti clinici nel team multidisciplinare. I farmacisti, formati specificamente sulla gestione del dolore, avevano il compito di identificare e classificare le Drps secondo il sistema Pcne, di proporre interventi correttivi ai medici prescrittori e di monitorare gli outcomes, con focus specifico sul sollievo dal dolore e sulla comparsa di reazioni avverse. Le attività riguardavano la revisione della terapia, l’educazione del paziente e un follow-up strutturato. Nel gruppo di intervento sono state identificate 68 Drps in 49 pazienti, con una media di 0,8 problemi per paziente. Le cause principali sono state riconducibili alla selezione del farmaco e a un monitoraggio insufficiente degli outcomes.
Risultati clinici, economici e implicazioni per la pratica professionale
I risultati dello studio hanno mostrato un vantaggio clinico significativo nel gruppo seguito dai farmacisti già al terzo giorno di trattamento, con tasso di sollievo dal dolore del 34,5% contro il 18,5% del gruppo di controllo. Sebbene la differenza si sia attenuata alla dimissione, l’intervento precoce si è rivelato cruciale. Sono stati inoltre osservati una minore incidenza di nausea e un miglioramento generale del profilo di sicurezza della terapia. Sul fronte economico, le correzioni apportate hanno generato un risparmio netto complessivo, stimato in 495,25 dollari, derivante principalmente dalla sospensione di farmaci non necessari e dalla prevenzione attiva di reazioni avverse. Lo studio ha messo in luce, dunque, il valore strategico dell’integrazione strutturata dei farmacisti clinici nei percorsi di cura per ottimizzare la terapia, migliorare la qualità di vita del paziente e contenere la spesa farmaceutica.
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