Buongiorno, sono il dottor Antonio Pattara e da circa cinque anni esercito come farmacista libero professionista. Di recente mi sono trasferito dalla Lombardia alla Toscana, dove purtroppo sto incontrando gravi problemi ad inserirmi professionalmente. Questo è dovuto in parte al fatto che per i titolari toscani questo tipo di inquadramento professionale sembra una novità, ma soprattutto perchè il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Prato sostiene che per legge- queste le sue esatte parole- non sia possibile svolgere il lavoro di farmacista con partita IVA. Ho mandato una mail certificata per chiedere spiegazioni in merito, ma ad oggi dopo più di un mese non ho ricevuto risposta. Il problema è che quando una farmacia potenziale cliente si rivolge all’Ordine per saperne di più in merito alla possibilità di fruire di un farmacista libero professionista è la segretaria stessa che, ripetendo le parole del presidente, paventa l’impossibilità di avviare questo tipo di collaborazione insinuando addirittura la possibilità di multe per la farmacia. Ad oggi continuo perciò a esercitare come pendolare in Lombardia, ma è chiaro che la situazione mi sta creando non poco disagio. Come posso comportarmi?
Ciao Antonio. Abbiamo letto con estremo disappunto la tua richiesta di consulenza, anche perchè noi di Farmacisti Al Lavoro sosteniamo sin dalla nascita del nostro blog la figura del farmacista libero professionista, dei cui vantaggi ci siamo occupati in diversi articoli. Conoscendo solo la tua versione dei fatti i nostri commenti saranno improntati alla massima prudenza, ed anzi offriamo da subito la possibilità di replica al presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Prato, dottor Alessandro Rouf, al quale mai vorremmo attribuire affermazioni così gravi come quelle riferite dal collega.
È quasi superfluo sottolineare come non vi sia alcuna legge che vieti al farmacista di esercitare come libero professionista. Anzi, il farmacista è una professione ordinistica e come tale la libera professione ne dovrebbe essere la naturale vocazione, prova ne sia il fatto che gli iscritti all’Ordine sono automaticamente iscritti anche all’ENPAF, la cassa di previdenza e di assistenza dei farmacisti non iscritti all’INPS- ad eccezione dei dipendenti, per i quali è purtroppo prevista la doppia contribuzione ovvero la possibilità di versare alla cassa il cosiddetto contributo di solidarietà.
Lo stesso ENPAF, oltre ad erogare annualmente un contributo a favore dei liberi professionisti con reddito più basso al fine di ridurre l’impatto contributivo a loro carico, e in questo modo legittimando indirettamente tale possibilità, ha determinato esplicitamente con delibera del 01/02/2005 quali siano i codici ATECO con cui i liberi professionisti possono registrare la propria partita IVA. A tal proposito, ecco una copia dell’informativa.
Per concludere, speriamo di poterti presto dare notizia del fatto che nel tuo caso si sia trattato di un banale malinteso. Nel frattempo vogliamo rassicurare i titolari di farmacia della Toscana: ingaggiare un farmacista con partita IVA è un’ottima soluzione per rispondere ad esigenze occasionali e periodiche, ed è una pratica assolutamente consentita dalla legge.
© Riproduzione riservata
sarei curioso sapere dove sta l’autonomia del farmacista con partita iva che lavora in farmacia. Ringrazio
* ci vuole fantasia… E ci vuole Arte.
.. Altrimenti fate i “Soffiatori”. Filippo Aureolo
Quindi se ho capito bene in CR ci si puo venire o con una discreta pensione o con 200 mila dollari da spendere mica scemi, altro che noi Italiani che ci prendiamo tutti i morti di fame del mediterraneo e ci spezziamo la schiena minimo 12 ore al giorno per dargli assegni familiari (perche loro fanno 4 figli, tanto paghiamo tutto noi) asili, scuola e assistenza sanitaria Perche dici che non si puo esercitare la libera professione? Se io sono un architetto devo aprire per forza una pizzeria? Mia moglie e farmacista, puo aprirsi una farmacia?
buona sera sono un consulente del lavoro, e mi è stato posto il quesito se un direttore tecnico di farmacia, non titolare e non socio, possa essere inquadrato con partita iva. A mio avviso si, purchè non abbia un rapporto di subordinazione con i soci (di capitali) e/o titolari della farmacia. cosa ne dite?
grazie
Salve sono una farmacisya con contratto part time a 20ore settimanali a tempo indeterminato da diversi anni e nel 2020 ho aperto una partita Iva da Libero professionista come farmacia che esercito in altra sede con codice ateo, 749099. Ho pagato sempre enpaf al 15% circa 700€,annui avendo il contratto da dipendente. L anno per cui ho anche la p. Iva posso pagare sempre i 700€,o c è l obbligo della quota intera? Il reddito da lavoro autonomo è 30mila e quello da dipendente si aggira intorno agli 11mila. Grazie