Negli Stati Uniti esistono numerose barriere che impediscono, ancora oggi, ai farmacisti di dimostrare tutto il loro valore. A spiegarlo è uno studio pubblicato dal Journal of the American Pharmacists Association e curato da due ricercatori del College of Pharmacy presso la Idaho State University. L’analisi, intitolata “Pharmacist-provided services: Barriers to demonstrating value”, ricorda dapprima come numerosi studi si siano concentrati sui benefici che i servizi forniti dai farmacisti sono in grado di garantire alla popolazione.
«Le prove raccolte suggeriscono che i farmacisti possano migliorare gli obiettivi delle cure per le persone affette da patologie croniche come diabete, ipertensione e iperlipoproteinemia. E possono anche incidere sulla gestione dell’aderenza alle terapie». Ma la letteratura indica anche che tali professionisti «rappresentano ad oggi negli Usa degli elementi troppo poco utilizzati nel servizi clinici, come ad esempio nei Centers for Disease Control and Prevention (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, nde)». Non a caso, alcune «organizzazioni nazionali hanno chiesto di incrementarne il contributo, citando in particolare l’apporto a livello clinico che essi possono garantire».
Eppure, nonostante tali dati siano ormai di fatto “consolidati”, secondo i ricercatori «sono necessarie ulteriori informazioni anche in altri ambiti, ad esempio per quanto riguarda i risultati in termini di qualità della vita dei pazienti, ricoveri e apporto sul lungo periodo (come nel caso del tasso di mortalità)» al fine di ampliare la prospettiva. Allo stesso modo, lo studio spiega che «esistono molti modi in cui i farmacisti territoriali possono impegnarsi per rendere individualizzate le cure», ma «la percezione del loro valore professionale rimane una barriera».
In altre parole, i farmacisti non riescono ancora a far riconoscere completamente l’importanza di ciò che possono offrire. Secondo i due autori del paper, il problema è anche legato «allo status» dei professionisti che «fa sì che si continui a perpetuare la non abilitazione» a fornire determinati servizi clinici. Per questo i ricercatori concludono spiegando che «le barriere che impediscono di dimostrare il valore dei farmacisti possono essere superati fornendo in modo ufficiale una nuova “posizione” alla categoria nel sistema sanitario americano.
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