“Sono un medico, mi fa lo sconto?”. A chiunque lavori in farmacia è capitato, prima o poi, di sentirsi dire una frase del genere.
“Sono un medico, mi fa lo sconto?”. A chiunque lavori in farmacia è capitato, prima o poi, di sentirsi dire una frase del genere. Ma da dove nasce questa pratica? Se vogliamo cercare un’origine storica, dobbiamo probabilmente risalire ai tempi, ormai sempre più remoti, in cui le farmacie lavoravano quasi esclusivamente con la mutua e quindi i bilanci dipendevano, in larga misura, dal comportamento prescrittivo dei medici generalisti. Adesso molte grandi farmacie, quelle urbane in particolare, hanno portato la percentuale di fatturato SSN al di sotto del 40% e sicuramente i farmacisti hanno smesso di dipendere dai medici per quanto riguarda le vendite di medicinali, aumentando progressivamente le competenze e la capacità di consiglio. Tuttavia, lo sconto medici pare ancora diffuso in molte realtà. In questo sondaggio, abbiamo chiesto ai farmacisti se nella farmacia dove operano viga ancora lo sconto medici, di quale misura sia e, soprattutto, che cosa ne pensino.
Quasi tre farmacie su quattro praticano ancora una qualche forma di sconto medici, mediamente del 5-10%.
Sembra che quasi tre farmacie su quattro (71%) pratichino ancora una qualche forma di sconto nei confronti della classe medica. Nel 38% delle farmacie lo sconto viene effettuato a priori a chiunque si qualifichi come medico, mentre nel 27% dei casi lo sconto lo sconto viene riservato solo ad alcuni medici, quali a titolo d’esempio i generalisti della zona o i medici specialisti privati che operano nel quartiere. L’importo dello sconto rimane, nella gran parte dei casi, modesto: mediamente del 5-10%. Solo nel 4% delle farmacie lo sconto è superiore al 20%.
I medici non sembrano ricambiare il favore: solo un farmacista su quattro dichiara di aver ricevuto uno sconto durante una visita medica o odontoiatrica privata.
D’altra parte, sembra che i medici non usino nei confronti dei farmacisti lo stesso riguardo: solo un farmacista su quattro ha dichiarato, in una visita medica o odontoiatrica privata, di aver ricevuto uno sconto in quanto farmacista, e solo il 6% dei farmacisti dichiara di ricevere sempre uno sconto.
Una quota non trascurabile di farmacisti continua a sostenere la pratica dello sconto medici. La maggior parte lo ritiene invece superato e usa toni poco riguardevoli verso i medici che chiedono lo sconto.
Ma che cosa ne pensano i farmacisti? Alla luce del fatto che i medici sembrano non ricambiare la cortesia, ci sarebbe margine per recriminare e difatti la maggior parte dei colleghi considerano la pratica dello sconto medici un retaggio del passato, del quale sarebbe ora di liberarsi. Nonostante questo, una quota non trascurabile di farmacisti continua ad apprezzare la pratica, in quanto la considera una forma di cortesia (anche se non ricambiata) tra professionisti sanitari. In questa domanda, abbiamo lasciato ai colleghi la possibilità di scrivere una risposta alternativa. Tra coloro che hanno voluto esprimerci un’opinione diversa, un collega ci dice che secondo lui lo sconto medici è una pratica vergognosa, un altro che “il medico che lo chiede è un barbone”, un altro ancora che “lo sconto andrebbe piuttosto riservato ai meno abbienti” e infine un dottore ci dice, parafrasando Fantozzi con la corazzata Potemkin, quello che pensa davvero: “lo sconto medici è una boiata pazzesca”.
Farmacisti Al Lavoro ringrazia i colleghi che hanno partecipato al sondaggio. Buon lavoro a tutti i farmacisti!
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Sono un medico. Potete segnalarmi un collega farmacista di Milano, zona centro, appartenente al 38.2% che pratica tuttora sconti? Grazie.
Il bello inoltre è che, per legge, un farmacista non può fare sconti “ad personam” su un medicinale, ma deve riservare lo stesso “trattamento” a tutti i clienti, e la promozione relativa allo sconto sul farmaco deve essere ben esposta. Quindi, in nome di questo “retaggio” del passato, il farmacista infrange anche la legge.
Sono medico.Lo sconto non deve essere richiesto ma se il farmacista sa che sei medico lo potrebbe fare. I farmacisti fanno sempre i loro interessi a differenza della maggior parte dei medici che non consigliano la farmacia dove comprare i farmaci. Il margine economico del farmacista sulla maggior parte dei farmaci è molto alto. Io penso che fra professionisti iscritti all’ordine il corretto atteggiamento sarebbe quello di rispettarsi a vicenda ed in caso di visita il Medico chiede al farmacista “ mi permette di farle uno sconto?” E viceversa dovrebbe essere in farmacia. Ci accomuna il fatto di trattare con gli stessi pazienti. I miei pazienti farmacisti hanno sempre beneficiato di un trattamento speciale nel mio ambulatorio frequentemente non ricambiato.
Una cortesia fra professionisti deontologicamente corretta
Ieri ho acquistato, qualificandomi, un farmaco (Augmentin cpr) in una farmacia del vicentino, del costo di 10,13 €. Ho estratto dal portafoglio un biglietto da 10€, ma non mi sono sentito dire: lasci i 13 centesimi. C’è più soddisfazione dal fruttivendolo sotto casa.
Sono un medico ormai in pensione e non ricordo di aver mai avuto ne’, tantomeno richiesto, sconti in farmacia.Ricordo però quanto mi diceva un mio caro amico farmacista di professione:”per gudagnare venderebbero anche la mamma”riferendosi ad alcuni suoi colleghi.Ovviamente una battuta anche paradossale nei confronti della la mmaggioranza dei famacisti.In ogni caso ricordo che i farmacisti TITOLARI sono statisticamente, in Italia, tra iprofessionisti più ricchi e che in Europa hanno il margine di guadagno più alto sulla vedita dei farmaci.Forse da questo deriva il mito dei “farmacisti attaccati ai soldi”
Saluti.Dottor Roberto Armanini.