Ci scrive un collega meridionale: <Da noi i farmacisti non titolari non sono tutelati dall’ordine provinciale, che è composto esclusivamente da titolari>.
Qualche tempo fa ha scritto a Farmacisti Al Lavoro, in una mail privata che pubblico con il suo consenso, un collega iscritto ad un Ordine di una regione meridionale che, dopo aver prestato servizio per due settimane presso una farmacia stagionale, è stato lasciato a casa e non è stato pagato: <Purtroppo da noi i neolaureati non figli di farmacisti non sono tutelati dall’Ordine provinciale, che è composto da titolari che hanno deciso che dobbiamo prestare i primi due anni di pratica professionale a titolo gratuito. Se vogliamo imparare siamo costretti ad entrare nelle loro farmacie, lavorare a tutti gli effetti, senza però essere retribuiti come nelle altre città d’Italia. Nessuno di noi si oppone a questo sistema, perché significherebbe non lavorare mai più in questo settore. Qualcuno lascia questa terra, altri invece non possono andare via e sono costretti ad abbassare la testa, oppure a cercare altri tipi di lavoro. Spero comunque di riuscire a risolvere questa situazione>. Esiste davvero un accordo tra i titolari che costringe i farmacisti non titolari di quella provincia a lavorare gratis due anni prima di essere assunti? Non abbiamo modo di saperlo, e vogliamo pensare di no. Tuttavia, osservando il consiglio direttivo di quell’Ordine provinciale, ho facilmente identificato come titolari di farmacia il presidente, il segretario, il tesoriere e nove consiglieri su undici. Solo un consigliere sembrerebbe essere un collaboratore, mentre il vicepresidente e l’ultimo consigliere sono rispettivamente un dipendente dell’azienda sanitaria e un docente universitario. Dopo questa breve indagine, ho deciso che avrei studiato il fenomeno più a fondo: è possibile che anche nelle altre province italiane i farmacisti collaboratori non siano rappresentati all’interno degli ordini? Così ho fatto una ricerca a livello nazionale riguardante i presidenti degli Ordini. Prima ancora, però, ho voluto studiare numericamente quali fossero le forze in gioco.
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