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Comitato No Enpaf, presentato il Manifesto ufficiale

Dopo le iniziative sul territorio, i farmacisti del comitato No Enpaf presentano un Manifesto ufficiale a sostegno delle proprie istanze.

Comitato No Enpaf, presentato il Manifesto ufficiale

Farmacisti al Lavoro

Sono quattro i punti centrali del Manifesto ufficiale del comitato No Enpaf, associazione di farmacisti riunitasi con l’obiettivo di dare voce e sostegno ad iniziative contro l’obbligo previdenziale dei farmacisti. Il primo punto riguarda «l’imposizione dell’obbligo Enpaf per i farmacisti dipendenti risale ad una legge del 1946, legge che risulta essere oggi assolutamente anacronistica e inadeguata all’attuale mercato del lavoro». Il secondo evidenzia che «solo nel 2018 si sono cancellati dagli ordini dei farmacisti italiani 2474 colleghi al di sotto dei 60 anni su un totale di circa 90.000 iscritti.  Sicuramente la norma “perdita bonus disoccupati” ha inciso in maniera determinate sui numeri. È evidente quindi che il regolamento enpaf diventa in molti casi una macchina per l’espulsione dalla categoria dei disoccupati e precari, con sottrazione loro di contributi silenti o contributi di solidarietà a fondo perduto».

Un terzo punto sostiene che «il sistema previdenziale Enpaf a quota fissa e doppia contribuzione, se costituisce “un onere costante” e gravoso per i farmacisti dipendenti con un contratto a tempo indeterminato o continuativo ( 720 € per iscritti prima del 2004 come quota al 15%, e 180€ come quota al 3% per gli iscritti dopo il 2004) penalizza con un “regolamento trappola” i giovani, i disoccupati e i precari che rischiano paradossalmente di pagare molto di più, in quanto spesso non riescono ad ottenere o mantenere la riduzione richiesta». Infine, un quarto ed ultimo punto, riguarda i «farmacisti dipendenti o disoccupati che pagano la quota al 15% o al 50% senza 30 anni di versamenti e 20 di esercizio, perderanno quanto versato ad Enpaf dal 2003 in poi, raggiunta l’età pensionabile».

Alla luce dei punti sopra evidenziati, il gruppo No Enpaf avanza nel manifesto diverse richieste. Tra queste, la «contribuzione Enpaf facoltativa per i farmacisti dipendenti che già possiedono altra previdenza obbligatoria e per i disoccupati iscritti all’albo», la «possibilità di restituzione dei contributi previdenziali Enpaf per quei farmacisti che avendo altra previdenza obbligatoria opteranno per la cancellazione da Enpaf, nonché di quelli silenti», ed infine «contribuzione Enpaf legata al reddito e non più a quota fissa per i farmacisti liberi professionisti che hanno questo ente come previdenza di primo pilastro, borsisti compresi».

Lo scorso aprile il gruppo di farmacisti No Enpaf lanciò una petizione sul noto portale “Change.org”, con la finalità di sensibilizzare un numero quanto più esiguo di professionisti ad unirsi per la lotta contro l’obbligo previdenziale. Iniziativa preceduta da una manifestazione, che vide diverse decine di farmacisti dipendenti e disoccupati scendere in piazza a sostegno delle proprie istanze.

2 Commenti

  1. continuate a non prendere in considerazione lo scandaloso provvedimento con cui enpaf a “rubato” tutti i soldi versati per il riscatto degli anni di laurea annullando con validita’ retroattiva la possibilita’ di farli valere ai fini dell’anzianita’ eppure dalla foto pubblicata sembra un argomento di interesse…..

  2. Teniamo in considerazione il fatto che le locazioni di appartamenti che dovrebbero essere esclusivamente per gli iscritti all’aordine , vengano dati ad altri professionisti , perchè troppo onerosi le richieste di affitto.

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