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Farmacista in Canton Ticino? Ecco tutto (o quasi) ciò che c’è da sapere

Valentina Oriente, studentessa al quinto anno di farmacia, fornisce numerosi dettagli utili per i farmacisti intenzionati a trovare lavoro in Svizzera.

Farmacista in Canton Ticino? Ecco tutto (o quasi) ciò che c’è da sapere

Farmacisti al Lavoro

Se fare il farmacista in Italia può essere soddisfacente sotto il profilo umano e professionale, lo stesso non si può dire per la parte economica. Con un contratto nazionale fermo da sette anni ed una categoria impassibile alle esigenze dei lavoratori, con i margini delle farmacie che non crescono a causa dell’assottigliamento continuo del valore farmaci erogati per conto del Servizio sanitario nazionale che impattano negativamente sulla distinta contabile riepilogativa, guardarsi intorno alla ricerca di soluzioni alternative al fine di migliorare la propria posizione lavorativa è un’ipotesi a cui sempre più farmacisti stanno ragionando in questi mesi.

Tuttavia, a volte a causa di informazioni frammentate e difficili da reperire, o spesso per le difficoltà burocratiche e legislative dei paesi europei e mondiali dove un farmacista italiano può operare, l’idea di fare un salto di qualità è accantonata e richiusa puntualmente nel cassetto. Un recente articolo pubblicato sulla testata svizzera Ticino On Line e rilanciata dal nostro Blog, ha messo in luce che uno dei settori che in Svizzera meglio assorbe le figure professionali sanitarie è proprio quello farmaceutico, con particolare interesse al farmacista territoriale.

Per fare chiarezza su questa possibilità e fornire informazioni utili, FarmacistiAlLavoro.it ha raccolto le informazioni di Valentina Oriente, studentessa del corso di laurea in farmacia presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Novara, che ha la passione per il mercato del lavoro all’estero, con particolare attenzione alla Svizzera e al Cantone Ticino.

E possibile spostarsi a lavorare in Svizzera?
«Sì è possibile ed esistono due modi. Il primo riguarda la possibilità di essere frontalieri, mantenendo la residenza in Italia (si consiglia per questioni di praticità avere residenza in uno dei Comuni confinanti con il Canton Ticino). Il secondo, invece, trasferendo la residenza in Svizzera. In tutti e due i casi descritti è necessario ottenere un “permesso”. Nel dettaglio, “Permesso per frontalieri (G)” nel primo, mentre “Permesso di dimora (B)” o “Permesso di dimora temporaneo (L)”, qualora il farmacista decida di trasferire la residenza per un lasso temporale superiore ai tre mesi e inferiore a un anno. Per un approfondimento in merito alla documentazione di seguito è possibile visitare il link al sito del Dipartimento delle Istituzioni del Cantone Ticino. Quanto alla possibilità di carriera per un farmacista in Svizzera, oltre all’esercizio nelle farmacie aperte al pubblico, esistono altri due settori: la farmacia ospedaliera e l’industria farmaceutica. Sono molte infatti le industrie ubicate nell’area di Mendrisio-Lugano».

Qual è la legislazione vigente?
«Per quanto riguarda l’attività lavorativa e nella farmacie aperte al pubblico e negli ospedali, secondo la legislazione vigente denominata “LPMed”, è necessario essere in possesso di un titolo di specializzazione post-laurea, denominato “FPH Officine” per il Farmacista di Officina, mentre ”FPH Hôpital” per il farmacista ospedaliero. Il percorso di specializzazione in “Farmacia di officina” ha una durata compresa tra 2 e 5 anni. È una formazione teorico-pratica che si alterna allo svolgimento dell’attività lavorativa in farmacia. Questa prevede una frequenza di due giorni al mese in diverse città come Losanna, Ginevra o Berna. Per la sua struttura e frequenza è un percorso simile ad un master destinato a chi ha un impegno lavorativo.

In aggiunta a ciò, per poter affrontare il percorso di formazione e lavorare in Svizzera, è necessaria la conoscenza di almeno una delle lingue ufficiali, ovvero francese e/o tedesco. Quest’ultimo requisito è fondamentale per poter prendere parte ai corsi di formazione, ma anche per l’attività di erogazione dei farmaci. Basti pensare che sia sul foglietto illustrativo che sul confezionamento le informazioni sono scritte solo in francese e tedesco. Inoltre, i requisiti della lingua sono utili anche per la comunicazione con i pazienti. I colleghi possono approfondire questi argomenti collegandosi ai siti https://www.pharmasuisse.org e https://www.fphch.org/fr/home.

Per essere ammessi alla specializzazione, i primi passi da seguire riguardano il trovare una farmacia disposta ad assumere con un contratto part-time (50%-80%) e poi richiedere il riconoscimento della laurea, dell’abilitazione, delle conoscenze linguistiche presso l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP MEBEKO). Ulteriori informazioni sono disponibili a questo link.

Per ottenere l’autorizzazione come farmacista in corso di formazione è possibile reperire la documentazione necessaria al seguente sito.

Qualora invece i farmacisti fossero interessati all’esercizio in Farmacia ospedaliera, la formazione si segue in parallelo all’attività lavorativa in ospedale. Questa è retribuita ed ha una durata di 3 anni a tempo pieno, oppure può essere estesa fino a 6 anni se impostata secondo una frequenza a tempo parziale».

Dove è possibile reperire informazioni aggiornate?
«I siti consultabili sono www4.ti.ch, www.bag.admin.ch, https://www.pharmasuisse.org e https://www.fphch.org. Esiste anche un gruppo di farmacisti operanti in Ticino su Facebook denominato “Farmacisti in Svizzera Ticino”».

Cosa suggerisci ai colleghi che lavorano (ancora) in Italia?
«Se i farmacisti sono appena laureati e alla ricerca di un percorso che possa aiutarli a crescere professionalmente e umanamente, ciò senza dover necessariamente trasferirsi in un altro continente, e magari hanno anche la possibilità di parlare francese e/o tedesco, essi possono prendere seriamente in considerazione la Svizzera. Se si è già farmacisti ospedalieri si può certamente esercitare in ospedale e forse anche direttamente nelle farmacie aperte al pubblico. Per questo ultimo caso sarebbe opportuno un maggior chiarimento presso gli uffici di competenza. I farmacisti potranno in ogni caso valutare un periodo di prova che comunque contribuirà ad arricchire il bagaglio professionale e umano».

9 Commenti

  1. Sono un farmacista “in pensione” con 13 anni di esperienza (soprattutto a Roma), esperto soprattutto in omeopatia. Sarei interessato ad una collaborazione in particolare per il servizio notturno, da 7 a 10 notti continuative al mese, data la mia residenza in Sicilia, preferibilmente come libero professionista (con p. Iva). Ovviamente sarebbe gradito un alloggio (solo per i giorni corrispondenti al periodo suddetto). Se interessati è disponibile il mio C.V.

  2. NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA!

    Ho letto con attenzione l’articolo della Dottoressa Valentina Oriente.
    Si tratta di un articolo ben strutturato,  ma incompleto. Mi sono ricordato il film di Alberto Sordi e Claudia Cardinale ” Bello, onesto, emigrato Australia, sposerebbe compaesana illibata”. Cambiamo il titolo in ” Farmacista italiano, preparato e diligente, emigrerebbe in Svizzera alla ricerca di un posto di lavoro”.  

    Credo che la redattrice abbia scritto un buon articolo informativo, purtroppo manca l’argomentazione, manca la realtà, mancano le tante sfacettature che solo la quotidianità lavorativa potra’ presentare  al giovane che cercherà  di percorrere quella strada. Il conto ben presto arriverà  e sarà salato, anzi salatissimo e sarà pagato sulla pelle di chi si illudera’ di poter trovare nella vicina Svizzera un’isola felice. 

    Credo anche che l’articolo sia stato favorito dalle stesse farmacie ticinesi, poiché, ora come ora,  si trovano a dover gestire un pasticcio legislativo, voluto appunto per tener lontani gli stessi farmacisti italiani. A questo proposito invito il lettore a ricercare le dichiarazioni delle stesse autorità  ticinesi. Ricordiamolo,  la nuova legge è  stata voluta per interrompere la presenza di farmacisti italiani e per interrompere la loro concorrenza.

    Hanno pensato bene di creare un corso post laurea della durata di 3, o 5 anni dal costo d’ iscrizione di 28.000/35.000frs.

    Esistono proprietari di farmacia disposti a pagare questi corsi tenuti in dialetto svizzero tedesco. Attenzione, i corsi si terranno non a Varese, o Milano,  ma a Zurigo, Berna e se non erro anche a Ginevra. Chi pagherà i viaggi, il vitto e l’alloggio? Preparatevi ad una riduzione dello stipendio e alla sottoscrizione di un contratto capestro. Ve ne potrei citare a iosa. 

    Stimata Dottoressa lei sta illudendo i neolaureati e giovani farmacisti italiani. Questi giovani volenterosi arrischiano di svendere  il proprio futuro professionale incatenandoli a vincoli medioevali.

    Piuttosto chiariamo che la laurea conseguita in Svizzera non è equipollente a quella italiana. Un farmacista laureato in Italia può lavorare in tutta l’Europa, mentre il farmacista laureato in Svizzera, in Europa, può fare solo il magazziniere! Come mai gli uffici ministeriali italiani non sono intervenuti?

    Eppure la Svizzera contravviene le normative di Schengen!!

    Desidero anche ricordare che la distribuzione dei farmaci in Italia è prerogativa del farmacista.  In Svizzera chi entra in farmacia non sa con chi ha a che fare. 

    Il camice bianco lo portano tutti: il farmacista titolare, il farmacista con il libero esercizio, il farmacista esodato, il farmacista in formazione, l’assistente di farmacia ( dopo le medie 3 anni di apprendistato), l’apprendista e non da ultimo i proprietari della farmacia ( senza titoli specifici). Sono tutte figure presenti al banco, cosa che in Italia non è  ammesso. Tutte queste figure lavorano al banco e distribuiscono farmaci! La legge sulla professione del farmacista in Svizzera è  chiara. Ma che pasticcio al banco! Eppure c’è chi scrive che l’Italia è  un paese “in via di sviluppo” per quanta riguarda l’organizzazione del lavoro in farmacia! Giudicate voi!

    Stimata dottoressa le voglio anche far presente che la popolazione nel Canton Ticino è  di 350.000 abitanti. Esistono oltre 200 farmacie e 500 farmacisti.
    Un qualsiasi quartiere di Milano supera nel numero quello degli abitanti del Canton Ticino.

    Stimata dottoressa non illuda nessuno.

    Anche un farmacista italiano con vent’anni di esperienza lavorativa non è  libero di distribuire, in Svizzera, un farmaco di categoria A. se non sotto la supervisione di un farmacista avente il libero esercizio e l’ottenimento dell’autorizzazione. 

    Rimango a sua disposizione.

    • Ma la smetta di criticare la Svizzera. Fanno bene a mettere dei paletti alle assunzioni. Siete degli incompetenti, e, per fortuna dovete fare riconoscimenti e post laurea. Altrimenti ci sarebbe l’invasione di ignoranti italici

      • Buonasera, guardate, non mi permetterei mai di criticare il modello svizzero. Critico invece l’oligarchia italica dei titolari di grosse farmacie che vorrebbero trattare i collaboratori come schiavi, e poco ci manca con un contratto fermo da otto anni, forse perché i titolari si sono comprati anche i sindacati. Un farmacista lavorerebbe volentieri nel suo paese se potesse sopravvivere. Non dimentichiamo che tutti gli svizzeri possono aprire una farmacia poi è la bravura del farmacista ad emergere. Ciao Italia, sei bella quanto in ritardo.
        Grazie.

    • Mamma mia che negatività, volere è potere ! Bisogna essere anche coraggiosi e rischiare , la fortuna aiuta gli audaci ! Sono un farmacista italiano da un anno in Svizzera francese ( Canton Vaud ) mi sono fatto il mazzo per un anno facendo altri lavori che non erano nel mio settore , ma così facendo mi sono preso il permesso b di soggiorno , ho cercato di imparare al meglio la lingua francese , e dopo esattamente un anno , sono stato assunto dalla Sun store ( società di farmacie Svizzera , la più conosciuta ) mi pagheranno il corso di formazione di 30 mila franchi per due anni ,i viaggi , gli hotel , i treni per andare a fare la formazione a Ginevra , Berna , tutto pagato da loro e intanto lavoro al 80% ! Gli stipendi ? Lasciamo perdere 3/4 volte superiori all’Italia , per non parlare della qualità di vita ! Orari di lavoro top ( fanno il continuato ) in Italia con lo spezzato non vivi ! Rispetto per il lavoratore e tutela Cosa che in Italia non sappiamo cosa sia ! Signor Valerio per la gente che ha voglia di fare la Svizzera è un paese pieno di opportunità e in ogni settore ! Non perché ci vivi ma penso sia veramente il migliore stato al mondo , Vince 10 a 0 sulla indifendibile Italia in rovina totale,
      Si informi meglio la prossima volta prima di sparare sentenze a vuoto !
      Au revoir

      • Nessuno spara sentenze a vuoto.
        Sono molto felice per lei se ha potuto trovare la sua strada in Svizzera.
        Tenga comunque presente che la nostra professione è in evoluzione……oggi ci sono le filiali, ma molto presto e, già avviene, la comanda dei farmaci avverrà sempre più via enternet.
        Le nuove generazioni vogliono tutto e subito, con un click.
        Le generazioni nate dal 1924 al 1950 che, non hanno una buona padronanza di enternet, vengono ancora volentieri in farmacia, dove possono trovare ascolto, i nostri consigli, a una buona parola.
        Sparita questa generazione (nei prossimi 10-15 anni), le farmacie avranno grosse difficoltà a mantenere quello zoccolo duro di clientela, poiché i clienti, dai 60 anni in giù, preferiranno, comunque, l’e-commerce.
        Sarà una sfida interessante per le farmacie e per noi farmacisti.
        Mi risulta che il mercato del lavoro, nella Svizzera francese, sia saturo di farmacisti francesi e italiani.
        In ogni modo……in bocca al lupo!

    • Grazie per aver detto la verita’ che non viene da tutti detta.
      L’esame finale dopo il corso lo passano in molto pochi.
      Tutti ignoranti?
      Si rimane nella costosa meccanica formativa a tempo indeterminato ‍♀️

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