L’andamento in corso dell’epidemia da Covid-19 mette di fronte alla necessità di un ulteriore sacrificio al fine di scongiurare l’eccessiva diffusione del virus, ciò mediante il coinvolgimento dei farmacisti territoriali. È l’auspicio di Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), secondo cui «è evidente che occorre coinvolgere anche i farmacisti e le farmacie, per realizzare in tempi rapidi lo screening di settori sempre più ampi della popolazione, a cominciare dai soggetti più esposti ai contatti, come è il caso degli studenti e delle loro famiglie».
In merito a questa possibilità, Mandelli ricorda che già ad agosto la Fofi aveva individuato tra i punti sui quali il farmacista di comunità avrebbe potuto svolgere un ruolo importante, anche la sicurezza della ripresa dell’attività scolastica. Ciò dichiarandosi disponibile a operare in questo senso. «Nelle farmacie – evidenzia Mandelli – già dal 2009 si possono eseguire esami diagnostici di prima istanza, e non mancano quindi né le competenze né le risorse organizzative per procedere anche all’esecuzione di questi test».
Come è noto, già lo scorso agosto la Provincia autonoma di Bolzano aveva avviato la possibilità, per il personale scolastico, di effettuare test sierologici in 119 delle 145 farmacie territoriali. A questa si era accodata l’Emilia Romagna, la quale aveva avviato ad ottobre una campagna di test sierologici rapidi in farmacia per studenti, familiari e universitari.
© Riproduzione riservata