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Fraintendimento dell’uso ideale dei media e scelte errate di comunicazione

In un recente studio è stato sottolineato come la comprensione non corretta dell'impatto dei diversi mezzi di comunicazione porti alla scelta non ottimale della modalità con cui interagire con le altre persone.

Fraintendimento dell’uso ideale dei media e scelte errate di comunicazione

Farmacisti al Lavoro

È noto che relazioni sociali positive migliorino lo stato di benessere psicofisico dell’uomo. Le moderne tecnologie offrono una vasta gamma di mezzi per entrare in contatto con gli altri, indipendentemente dalla distanza fisica: oltre a conversare di persona, è possibile comunicare attraverso social media, video chat, sms, email, telefono. Non tutti i media rafforzano allo stesso modo i rapporti sociali. Il raggiungimento e il mantenimento del benessere fisico e mentale richiedono dunque una scelta oculata del mezzo di comunicazione. In uno studio pubblicato il 10 settembre 2020 sulla rivista Journal of experimental psychology vengono esaminate le aspettative delle persone circa l’impatto dell’uso dei media sul risultato finale dell’interazione con gli altri. Gli autori dello studio Kumar e Epley, ricercatori dei dipartimenti di Marketing e psicologia dell’Università di Austin e di Scienze comportamentali dell’Università di Chicago, hanno confrontato i risultati attesi, che guiderebbero la scelta del medium usato per comunicare, con le esperienze reali di connessione. In particolare, la scelta del mezzo di comunicazione verrebbe influenzata dai costi e dai benefici attesi dall’interazione: nello specifico, il grado di imbarazzo provato è visto come il costo principale, mentre il senso di connessione con il partner è percepito come il beneficio centrale.

La maggior parte dei partecipanti agli esperimenti sociali condotti sottovalutava enormemente il beneficio che deriverebbe da interazioni più intime basate sulla voce rispetto a quelle basate sul solo testo.

Nel primo esperimento è stato chiesto ai partecipanti di entrare nuovamente in contatto con un vecchio amico per telefono o via email, prevedendo il livello di imbarazzo e di connessione provato usando entrambi i mezzi. È stato richiesto di indicare quale opzione preferissero, per poi assegnare casualmente la modalità di comunicazione. Nel secondo esperimento i partecipanti dovevano interagire con uno sconosciuto attraverso mezzi di comunicazione basati su video, voce o messaggi di testo, assegnati in maniera casuale alle varie coppie. Nell’ultimo esperimento i partecipanti immaginavano di riconnettersi con cinque vecchi amici, indicando il grado di imbarazzo e di connessione che avrebbero sperimentato interagendo via email o telefonicamente. È emerso che se i partecipanti prevedevano di sentirsi in imbarazzo con le persone selezionate, allora preferivano scrivere loro un’email; viceversa, se ritenevano che il grado di connessione sarebbe stato forte, prediligevano la via telefonica.

I risultati dei tre esperimenti hanno indicato che le interazioni che includevano la voce (telefono, video chat o voice chat) creavano legami sociali più forti, senza alcun imbarazzo aggiuntivo, rispetto alle interazioni basate sul testo (email, text chat). Pregiudizi circa ipotetiche sensazioni di disagio o di maggiore connessione portavano a preferire media che non massimizzavano il raggiungimento del benessere proprio e del partner. Coerentemente con quanto riportato da ricerche precedenti, lo studio in oggetto ha suggerito come la voce riveli qualità umane di calore e vicinanza e competenze intellettuali. Le persone con cui si interagisce appaiono più premurose e pronte ad esperienze emotive quando si ascoltano, rispetto a quando lo stesso contenuto viene letto in un testo. Segnali aggiuntivi di tipo visivo non portano ad un senso di connessione maggiore rispetto alla sola voce.

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