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Futuro previdenza, il convegno Enpaf su inflazione e incertezze geopolitiche

Lo scorso dicembre, durante il convegno organizzato dall'Enpaf, vari esperti hanno esaminato gli scenari futuri delle politiche previdenziali. Il resoconto dell'evento.

Futuro previdenza, il convegno Enpaf su inflazione e incertezze geopolitiche

Farmacisti al Lavoro

Si è tenuto lo scorso dicembre presso il Nobile collegio chimico e farmaceutico di Roma il convegno “Inflazione e incertezze geopolitiche: gli scenari per le politiche previdenziali”, organizzato dal Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale previdenza e assistenza farmacisti (Enpaf). L’evento è stato introdotto dal presidente Emilio Croce, che ha inquadrato l’attuale situazione, sottolineando che «la tenuta del sistema previdenziale dovrà fare i conti con diversi fattori. Anzitutto il calo demografico, che si traduce in minori entrate contributive. Poi, naturalmente, l’impatto della situazione geopolitica, che si riflette anche sulla previdenza. Non ultimo, la dinamica inflattiva che sembra non arrestarsi, almeno in Europa, nonostante i recenti interventi di politica monetaria. Abbiamo quindi ritenuto opportuno invitare alcuni esperti per fare delle riflessioni su come gli assetti mondiali potrebbero mutare nei prossimi anni».

Lo scenario geopolitico.

Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore della rivista Domino, ha esaminato l’attuale situazione del conflitto bellico tra Russia e ucraina, provando a ipotizzarne le future evoluzioni. «Ci troviamo in una fase in cui l’Ucraina – ha dichiarato -, dopo quanto subito, vorrebbe riconquistare quanti più territori possibili prima di sedere al tavolo delle trattative. Viceversa, gli Stati Uniti premono per accelerare i negoziati, temendo un’ulteriore escalation. Difficile capire cosa accadrà. Intanto gli effetti della guerra sono già evidenti, a cominciare dai noti problemi energetici. In tale contesto, in Italia le politiche sociali dovranno affidarsi ai fondi europei, prodotti dall’emissione di bond da parte della Commissione. Ma questi potrebbero subire variazioni in assenza delle riforme richieste al nostro Paese. A tale scenario, già di per sé molto complesso, si aggiungono gli attuali rapporti difficoltosi tra Roma e Parigi, che rendono qualsiasi previsione futura ancora più difficile da ipotizzare».

Le azioni future.

Un excursus storico, seguito da uno sguardo ai possibili interventi futuri, è stato oggetto dell’intervento del prof. Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali. «Oggi gli Europei sono un popolo spaventato – ha spiegato -. Abbiamo vissuto 78 anni di pace, di crescita economica e di sviluppo basati sulla disponibilità di energia a basso costo, derivata dal petrolio. Nel 1973 abbiamo avuto una grossa impennata inflazionistica. Dopo l’embargo del petrolio, dovuto alla guerra in Iran, ci fu un periodo di austerity che bloccò l’economia. Dal 1985 il gas ha iniziato a sostituire progressivamente il petrolio come fonte di energia a basso costo. Abbiamo pensato che si trattasse solo di una parentesi, tornando poi a immergerci in una società dei consumi, credendo che il Pil continuasse a svilupparsi in eterno e che l’energia a basso costo sarebbe rimasta sempre a nostra disposizione. Ovviamente non è stato così. Per invertire la tendenza, si sta ora puntando a essere più autosufficienti nella produzione di energia e a riportare in patria le produzioni delocalizzate». L’evento ha visto poi l’intervento di Walter Anedda, responsabile del Centro Studi di Associazione degli enti previdenziali casse private (Adepp), che ha illustrato le principali modifiche operate negli ultimi anni nella gestione delle casse di previdenza.

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